Scopri la Camosciara
L’anfiteatro della Camosciara è il cuore del parco, il più importante e delicato dal punto di vista naturalistico e paesaggistico del PNALM.
E’ la località più conosciuta, ma allo stesso tempo è uno dei luoghi più segreti del Parco e racchiude nel proprio contesto la zona di Riserva Integrale. La Riserva Integrale, si propone di conservare l’ambiente nella totalità dei suoi valori naturalistici e nel rispetto degli ecosistemi, escludendo ogni attività e intervento da parte dell’uomo.
Da diversi anni è stata chiusa la strada provinciale, che consentiva al traffico motorizzato di penetrare nel territorio protetto per circa 3 chilometri, con notevole disturbo per la fauna e la flora selvatica. Attualmente, partendo dal punto dall’area si sosta, situato nel fondovalle a fianco della strada provinciale Marsicani n. 83 , oltre la riva destra del fiume Sangro, è possibile visitare la valle fino al piazzale in alto, sia usufruendo dei vari servizi (cavallo, carrozza, trenino e mountain bike) offerti dalla Cooperativa Camosciara (gestore dell’area), che a piedi attraverso la comoda vecchia provinciale.
Lungo tutto il percorso, dopo un’accurata riqualificazione dell’area, sono stati allestiti dei punti informativi di interesse naturalistico, storico e paesaggistico, attraverso dei piccoli pannelli illustrativi, che possono essere utili messaggi per “leggere” l’ambiente.Il tracciato inoltre offre cinque piccole varianti di visita, la prima attraverso l’itinerario sigla G7, che si prende sulla sinistra quasi all’inizio del primo lungo rettilineo e che permette di raggiungere il colle di “Rocca Tre Monti “, dove sono ancora visibili alcuni ruderi delle mura dell’antica Civitella.
Dal colle il panorama è davvero straordinario, dall’ anfiteatro dolomitico della Camosciara, si allarga su altre vette del Parco come il Monte Marsicano e Monte Mattone e su la sottostante profonda gola della “Fucicchia”. La seconda variante (sentiero I2), si prende alcuni metri dopo la sbarra di chiusura obbligatoria al traffico, in una mulattiera sulla sinistra, attraverso un piccola passerella in legno dove c’è un pannello illustrativo.
Il percorso dentro un bosco di cerro, è una piccola parte del vecchio tracciato del “Regio Tratturo”, che collegava Pescasseroli con Candela (lungo 211 km), che si percorreva a piedi durante la pratica della transumanza (trasmigrazione di greggi) dall’Abruzzo alle Puglie.
Alcuni pannelli illustrativi spiegano questa antica usanza che ha modellato nei secoli l’economia, la vita e la cultura della gente del Parco. Chi è interessato ad approfondire questa tematica può visitare nel paesino di Civitella Alfedena, il piccolo museo dedicato alla transumanza.
La terza variante si prende sempre sulla sinistra dalla strada asfaltata in prossimità dell’arrivo al piazzale alto della Camosciara, immettendosi sul sentiero con sigla G4. Il tracciato corre parallelo alla carrozzabile, attraversando ex coltivi e circondato da arbusti quali il nocciolo, il ginepro, il maggiociondolo, il biancospino e alberi di pino nero. Al termine del percorso, ovvero ai piedi delle maestose creste dalla Camosciara, si presentano la quarta e la quinta opzione escursionistica, rispettivamente nel sentiero G5 e in quello G6, il primo più semplice e comodo soprattutto per i bambini porta ai lembi delle “Cascate delle Ninfe”, mentre l’altro si addentra nel bosco di faggeta nella zona di Riserva Integrale fino ad arrivare in alta quota al cospetto del Rifugio della Liscia.
La Camosciara presenta quindi molti itinerari, adatti anche alle persone meno abituate alla montagna, ai bambini, agli anziani e ai gruppi familiari. Anche se in estate è uno dei luoghi più frequentati del Parco, basta inoltrarsi un pochino nel bosco per scoprire i silenzi e le meraviglie della natura, in un verde accessibile a tutti.
In inverno cambia completamente volto ed è ancora più suggestivo e imponente, soprattutto dopo copiose nevicate, che permettono una escursione con gli sci di fondo o ciaspole, lungo lo stradone alla scoperta di una natura ricchissima di sorprese. Le impronte degli animali protetti compaiono all’improvviso sul terreno innevato e basta un binocolo o macchina fotografica per immortalare paesaggi e animali più importanti e significativi d’Abruzzo.
Fonte: Comune Civitella Alfedena
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